BORGO DOMENICO BORZELLINO
TIPO DI BORGO — A
progettista — Giuseppe Caronia e Guido Puleo
data di progetto — 1940
località — c.da balletto
stato di conservazione — pessimo
Borgo Domenico Borzellino si trova vicino al paese di S. Cipirello, in contrada Balletto, a ridosso della strada che collega Palermo con Sciacca (SS624) ma anche vicino al tracciato della Ferrovia Palermo-Camporeale, un linea morta sul nascere. Progettato da Giuseppe Caronia e Guido Puleo, entrambi membri del GUF di Palermo, Borgo Borzellino avrebbe servito i piani di ripartizione (P.R.) 366-276-302-699-512, ed è, grazie alla presenza dei vari servizi previsti, definibile come un centro grande o di tipo “A”. Il suo raggio di influenza si interseca con quello di Borgo Schirò distante circa 12km in linea d’aria e avrebbe inglobato quello del centro di tipo C di Borgo Desisa, in progettazione al momento della redazione della mappa dei borghi al 31 dicembre 1956. Come scrive Maria Luisa Madonna in un articolo apparso nel 1994 nel volume “Studi in onore di G. C. Argan”, Borgo Borzellino è caratterizzato da un «foro a portici, dominato al suo ingresso dalla Torre del Fascio e concluso sullo sfondo da una chiesa neo-francescana che si erge in posizione decisamente acropolica al termine di una scala scortata da due filari di cipressi». Nell’articolo comparso nel numero del 4 febbraio 1940 del Giornale di Sicilia, Maria Accascina notava, rimanendo fedele ai principi promossi dall’Ente di Colonizzazione del Latifondo Sicilino (ECLS), che era necessario adottare un linguaggio architettonico
al quale bisognava appunto accostarsi, per conoscerne le consuetudini, le debolezze, le tradizionali abitudini, onde evitare che essi, i rurali, non vengano a trovarsi «spaesati» nella loro terra, costringendoli tra forme architettoniche non familiari e quindi a contrarre abitudini a loro diverse. Questo è forse l’unica lacuna del progetto presentato dal GUF e cioè da Giuseppe Caronia e da Guido Puleo del borgo Borzellino per la bonifica dell’alto Belice, sopra un poggio in pieno latifondo, progetto che pur ha il grande pregio di offrire «un borgo» cioè un complesso unitario di cui tutti gli edifici sono cellule indispensabili. Nota insistente e coesiva è quella dell’arco che adorna gli edifici, e forma un porticato continuo per tutti gli edifici. Ove si escluda la difficoltà dell’ingresso subito fermato dalla torre, le solitudini sono del tutto felici e concordi ma il borgo potrebbe egualmente sorgere nelle provincie emiliane o in altre mancando d’ogni accentuazione di sicilianità. Epperò se i portici che costituiscono il principale elemento escogeno, si trasferiscono dal nord al sud, non è da escludere che, per l’ombra che essi offrono nell’ora dell’arsura meridiana e per il riparo nelle intemperie e nelle piogge frequenti e spesso irruenti, essi non pos- sano riuscire ben accetti anche in Sicilia.
Con i D.M. n.3714 del 14 agosto 1942 e n.4968 del 14 ottobre 1942, vennero affidati all’ECLS i lavori per la costruzione del centro rurale, giusta perizia principale del 4 aprile 1940, debitamente approvati dal C.T.A. del Provveditorato alle OO.PP con voto n.3221 del 15 – 16 aprile, per un importo di 1.580.000Lire e successiva perizia supplettiva del 4 gennaio 1942, predisposta dai due progettisti, per una spesa di 19.595,19Lire. L’iniziale «brevità del termine assegnato per la esecuzione dei lavori» fissati al 28 ottobre 1940 fa chiaramente dedurre che Borgo Borzellino sarebbe appartenuto alle prime realizzazioni dell’assalto al latifondo e per questo motivo da inaugurarsi il 18 dicembre in occasione della visita del Ministro Giuseppe Tassinari in Sicilia. A rafforzare tale idea, è una serie di fotografie contenute nel testo “Atti del Convegno dell’istituzione Agraria e Rurale” svoltasi a Palermo nel febbraio 1940. Nel volume si vede il plastico del centro rurale di contrada Balletto esposto insieme ai progetti degli altri borghi della prima serie.
Provando a ultimare i lavori rapidamente, fu presentata nel luglio 1940 la perizia e la domanda di concessione per la realizzazione di acquedotto e strada d’accesso — non presente nell’iniziale progetto — e fu affidato l’incarico per l’esecuzione delle opere all’Impresa Galassi con contratto dell’8 luglio 1940 e firmato il 26 luglio successivo. Poco tempo dopo – il 18 novembre 1941 – la Galassi fu costretta a sospende i lavori a causa delle sopravvenute difficoltà derivanti dallo stato di guerra. La ditta richiese ed ottenne, ai sensi della Legge 28 novembre 1940 n.1772, la risoluzione del contratto, risoluzione che venne stipulata con l’atto del primo luglio 1942.
I lavori eseguiti fino a quel momento per le sole opere statali ammontavano a 123.839,56Lire, cifra corretta in seguito a 124.823,92 dall’Ing. Alfonso Cuomo, nominato dal Ministero con nota n.5172 del 14 ottobre 1942 per effettuare i collaudi necessari.
Il 15 marzo 1943, a causa dell’aumento dei prezzi e manifestatasi anche la necessità di ulteriori opere non previste nel progetto originario, venne redatto un progetto di ampliamento con i valori aggiornati, per l’importo complessivo di 8.130.000Lire che venne presentato nell’aprile di quell’anno. L’esecuzione dei lavori, grazie al contratto stipluato il 12 agosto 1942, spettava all’Impresa Mario Odorisio, la stessa che si occupò della realizzazione di Borgo Schirò, della costruzione delle strade nelle contrade Pietralunga e Patrìa – ultimate il 31 Dicembre 1942 -, di quelle nelle contrade Manale e Donna Beatrice e di alcune case coloniche, bevai ed edifici presso i campi sperimentali tra il 1941 e il 1943, tutti ricadenti nel comprensorio del Belice. Non rimane traccia dei progetti dei nuovi edifici ma grazie ad una planimetria è possibile definire i servizi aggiunti. Uno stabile, alle spalle della casa del fascio, era organizzato per ospitare gli uffici dell’Ente; quattro strutture dedicata agli alloggi; e poi una casa sanitaria, la cabina di trasformazione elettrica, un ambulatorio veterinario, un’officina larvicidi, un molino, un podere dimostrativo, un caseificio-oleificio-cantina, una fontana, un campo sportivo, un campo fiere ed un cimitero.
In breve tempo, però, i lavori furono bloccati a causa dello stato di emergenza indetto il 10 Luglio 1943, evento che influenzò l’attività dei lavori presso Borgo Guttadauro, Borgo Bassi, Borgo Callea, Borgo Ventimiglia e Borgo Caracciolo. A quella data, lo stato delle opere di competenza statale di Borgo Borzellino era variabile in base ai vari edifici. La scuola, l’Ufficio dell’Ente, la Delegazione Podestarile, le Poste e la Stazione dei Carabinieri erano quasi complete mentre per la Chiesa vennero eseguiti i soli lavori di scavo di fondazione ed il getto delle fondazione della torre. È l’unico caso in cui l’edificio religioso non venne mai costruito nonostante presente nei piani dei due progettisti. La posizione individuata era una collinetta che sovrasta l’intera piazza analogalmente a Borgo Rizza e a Borgo Gattuso.
Conclusasi la guerra e liberata la Sicilia dal fascismo, l’Ente di Colonizzazione riprese le sue normali attività. Considerato, così, che l’istruttoria relativa al progetto del marzo 1943 non fu perfezionata e che i prezzi del progetto erano ormai superati dalle mutate condizioni del mercato, venne richiesto dall’ECLS la concessione in sanatoria dei lavori eseguiti al 10 luglio 1943, giusta perizia del 28 luglio 1941 aggiornata al 24 maggio 1945 per un importo complessivo di 3.788.177,21Lire e nel contempo, la concessione dell’esecuzione dei lavori di cautela di alcuni edifici già costruiti, secondo la perizia dell’8 maggio 1945 per un importo di 2.000.000Lire.
In quell’anno, l’ECLS, il Ministro dell’Agricoltura e Foreste e l’Alto Commisario per la Sicilia ricevettero una lettera di fuoco dall’Impresa Odorisio. Il 22 ottobre 1945, infatti, Mario Odorisio lamentava le inadempienze e l’atteggiamento indifferente adottato nei confronti della proprie richieste riguardanti i pagamenti delle opere realizzate nel corso degli anni. Venivano sollevati problemi sullo svolgimento dei vari contratti che, benchè gravosi e discontinui, furono portati a termine nel miglior modo possibile come nel caso di Borgo Schirò. In questo caso, si legge nella lettera che
con uno sforzo veramente ragguardevole, (l'impresa, n.d.r.) riuscì entro l'anno 1940 a sviluppare convenientemente tutti i lavori ed a portare a compimento la costruzione del Centro Rurale "Giacomo Schirò" che, pur tra la neve caduta e che continuava a cadere in quei giorni, venne inaugurato il 18 dicembre 1940 e rappresentò la prima manifestazione di vita civile della deserta zona del medio Belice
L’Ente utilizzò gli eventi bellici come scusa per fuggire alle condivisibili pressioni mosse dall’Impresa la quale sottolineava come se da un lato le opere eseguite con i propri capitali “buoni” rientravano nel patrimonio immobiliare dell’ECLS dall’altro i soldi investiti avevano subito una forte svalutazione. Tutto ciò e i ritardi nei pagamenti inficiarono sui crediti ai fornitori, ai pagamenti agli operai e agli enti assicurativi. La missiva si chiude con un’esortazione diretta ma ad ogni modo pacata: «Ogni inadempienza ha un limite oltre il quale si ha colpa manifesta: tale limite sta per essere oltrepassato».
Non sappiamo quale fu la risposta esatta dello Stato ma possiamo dedurre che i rapporti si appianoro e i pagamenti furono evasi se la concessione richiesta venne accordata dall’Alto Commissariato della Sicilia – che fino al 1947 resse le regioni del sud, compresa la Sicilia – secondo il Decreto n.2327 del 19 giugno 1946. In particolare, i lavori di cautela effettuati in base alle somme disponibili consistevano nel completamento delle muratura in elevazione per la parte necessaria a raggiungere il piano di copertura delle aule, l’esecuzione dei solai perretrave per gli ambienti interni che erano mancanti e parte delle coperture limitatamente alle capriate ed alla tavolatura nella Scuola. E ancora, il completamento delle murature in elevazione per la parte necessaria a raggiungere il piano di posa della copertura, l’ossature della cornice e l’intera copertura per l’edificio Poste e Carabinieri. I lavori vennero ultimati il 6 agosto 1946. Il 28 maggio 1948, all’ultimazione delle opere, il credito complessivo dell’Ente verso lo Stato risultava ben sostanzioso: 3.345.618,17Lire.
Il 4 dicembre 1951 con nota n.26521, l’Ispettorato Agrario Compartimentale della Sicilia dispose, successivamente alla domanda del 26 aprile 1948 avanzata da Rosario Corona, allora commissario dell’ECLS, di approvare secondo l’Art.92 del R.D. n.215 del 13 febbraio 1933 il progetto per il completamento delle botteghe e alloggi artigiani da ultimare in tre mesi e per una spesa complessiva prevista di 1.2961.000Lire, incluse spese generali e oneri vari in ragione del 6%. L’Ente avrebbe beneficiato di un sussidio del 38% sulla somma complessiva, pari a 492.480,00Lire, secondo quanto stabilito dal precedente R.D., a cui fu applicata una trattenuta del 0,70% e cioè 3.477,36Lire. La spesa faceva carico sull’esercizio finanziario della Cassa per il Mezzogiorno che in varie occasioni – ad esempio per i centri della Valle del Tumarrano – contribuì nel sostegno alle opere di bonifca e miglioramento fondiario.
Nei successivi anni ben poco risulta su Borgo Borzellino fino al 1956 quando l’ERAS decise la riattivazione di alcuni boghi rurali costruiti in applicazione della Legge n.1 del 2 gennaio 1940 sulla Colonizzazione del Latifondo. A promuovere ciò fu l’Ing. Filippo Pasquini, direttore dei servizi di ingegneria dell’Ente, che richiese attraverso la nota n.22084 del 4 aprile 1956 lo stanziamento di fondi all’Assessorato Agricoltura e Foreste. Circa un mese dopo, il 7 maggio la risposta assessoriale arrivò con la nota n.3201 in cui si denunciava che
per il momento non (si) può intervenire per mancanza di disponibilità di fondi di bilancio, ma di esaminare quali dei predetti borghi interessano zone di scorporo, al fine di concordare con il competente ufficio del medesimo Assessorato, l'intervento di esecuzione dei lavori di ripristino [...] con fondi disponibili per l'attuazione della legge di R.A.
Il 15 giugno di quell’anno, il direttore dei servizi di trasformazione fondiaria ed assistenza assegnatari Prof. Rosario Berna nella nota n.8709 esprimeva ulteriore parere favorevole alla riattivazione dei centri rurali siciliani per dare assistenza alle famiglie degli assegnatari della R.A. delle adiacenze. Così, oltre a Borgo Borzellino, vennero individuati Borgo Gattuso, Borgo Fazio, Borgo Cascino e Borgo Schirò.
Al 1956, l’analisi dello stato degli edifici di Borgo Borzellino non era delle migliori anche a causa della mancanza di qualsiasi finanziamento sia per le opere di manutenzione che di completamento, tanto che il centro risultava «in condizioni di massimo degrado». Era necessario, quindi, un primo intervento al fine di rendere efficiente in maniera definitiva l’intero complesso rurale. Le spese avrebbero riguardato la strada di accesso per un importo di 1.500.000Lire, l’acquedotto per 1.000.000Lire, i lavori di demolizione e rifacimento delle coperture di soffitti, di solai e di pavimenti in alcuni edifici, il rifacimento in cemento armato degli architravi, la sostituzione di una parte di soglie e battenti in marmo nelle finestre e nelle vetrate, lo scrostamento e il rifacimento degli intonaci esterni ed interni, la riparazione o sostituzione di infissi esterni ed interni, la collocazione delle persiane, l’installazione dei vetri, la sostituzione degli apparecchi sanitari, la coloritura di infissi e tinteggiatura di pareti e soffitti, la revisione e sostituzione di impianti idrici interni, la costruzione delle ringhiere e l’ultimazione della Trattoria e dell’Ufficio dell’Ente. La somma prevista per tutto ciò ammontava a 40.000.000Lire. La sistemazione di piazza e stradelle, invece, avrebbe gravato per 3.000.000Lire e 4.000.000Lire sarebbero stati i costi divisi per gli arredamenti di scuola, delegazione municipale e ufficio postale e per la rete idrica e fognaria.
In data 31 dicembre 1958, l’ERAS dispose una perizia di manutenzione ordinaria degli edifici, perizia che impegnava una parte delle somme concesse dall’Assessorato Agricoltura e Foreste con nota n.14230 del 27 Novembre, destinate alle opere pubbliche di bonifica per l’esercizio 1958-59. L’importo a disposizione per i lavori ammontava 16.000.000Lire e prevedeva opere di manutenzione per tutti i fabbricati del Borgo ad eccezione della trattoria-rivendita.
Circa un anno dopo, il 24 dicembre 1959, si realizzò una seconda manutenzione ordinaria che, come in precedenza, avrebbe usufruito delle somme messe a disposizione dall’Assessorato competente, grazie alla nota n.5/10472 del 24 ottobre 1959. Questa secondo perizia, effettuata dal Geom. Antonino e coadiuvata da Augusto Firmaturi contabile dell’Ente, ammontava a 13.770.000Lire, opere preventivate che da sole non avrebbero permesso di mettere in completa efficienza Borgo Borzellino. Si decise, perciò, di intervenire e completare il fabbricato trattoria-rivendita. Fino a quel momento, infatti, l’edificio si trovava «al grezzo» ed incompleto, essendo stato costruito sino al piano d’imposta del solaio di copertura del piano terra.
Tuttavia, le due perizia non avrebbero completato le necessità di Borgo Borzellino tanto da richiedere un ulteriore finanziamento di 45.000.000Lire, accordato con nota B0/17277 del 10 dicembre 1960 dall’Assessorato Bonifica per la sistemazione di alcune aree, in particolare strade e piazze interne ed esterne al Borgo, e opere di manutenzione nello scantinato della Scuola. Nello specifico, secondo quanto preventivato dal progetto del 30 gennaio 1961 a firma del Geom. Antonino Seminerio, i lavori ammontavano a 8.000.000Lire suddivise in 6.823.170Lire per le rifiniture degli spazi esterni e 449.530Lire per la Scuola a cui si aggiungevano le spese generali per la misura del 10%.
Il 1968 fu l’anno del Terremoto del Belice che segnò profondamente la zona occidentale della Sicilia e coinvolse 14 paesi e causò più di 70.000 sfollati per i quali si dovette trovare una sistemazione in tempi brevi. Molti finirono nelle baraccopoli mentre per altri si cercarono alloggi di fortuna. Così, il 14 febbraio di quell’anno, l’ESA provò a dare una sistemazione dignitosa ad alcune famiglie, ricoverando vari nuclei tra la caserma, l’edificio postale e quello artigiani, la rivendita tabacchi e la trattoria. In totale Borgo Borzellino accolse nei mesi successivi al sisma circa 60 persone; interi nuclei familiari, vedove con figli, padri e madri provenienti da San Giuseppe Jato e San Cipirello. Tuttavia, dall’ispezione del Geom. Liborio Marsala si ebbe a rilevare che
quasi tutti gli edifici, ad eccezione di quello destinato a rivendita tabacchi e trattoria, hanno subito gravi lesioni per lo più nei primi piani, infatti tutti i muri perimetrali degli stessi presentano lesioni diverse in senso verticale, orizzontale e in alcuni anche trasversale [...]. La torre della casa destinata a Delegazione Municipale presenta gravi lesioni in tutti i sensi con tendenza a cedimento per cui si rende urgente un pronto intervento. A parere del sottoscritto occorre provvedere immediatamente con steccato di legno e di altro materiale la torre, in modo che i numerosi sfollati che abitano al borgo e in modo particolare i bambini non corrano rischi. Le lesioni che interessano gli altri edifici non costituiscono attualmente pericolo immediato, ma, nell'eventualità che si susseguano altre scosse, occorre che gli stabili siano tenuti in continuo controllo collocando possibilmente apposite spie nelle lesioni più gravi, in attesa da poter poter predisporre ed eseguire i lavori di riparazione, prevenendo eventuali maggiori danni e relative conseguenze
Fino al primo novembre 1974, fu garantito al Borgo un servizio di guardiania prima espletato dal Sig. Gioacchino Leto fino al primo marzo 1961 ed in seguito dalla Sig.ra Iolanda Dotto che usufrì del «collocamento a riposo anticipato» grazie alla Legge n.336 del 24 maggio 1970.
In una breve relazione dell’Ufficio Stralcio – Borghi Rurali a firma del Dr. Giuseppe Cimò, si legge che tra il 1980 ed il 1982 l’ESA accolse le richieste di concessione per alcuni locali liberi ed agibili avanzate dalla Cooperativa Giovanile CRAOP di Palermo per lo svolgimento di attività sociali ed assistenziali in favore di disabili. I locali del Borgo, in seguito, furono concessi temporaneamente e gratuitamente, con Deliberazione n.285/C.E. del 27 giugno 1989 e stipulata il 13 ottobre, all’Associazione Comunità Terapeutica SAMAN, fondata da Mauro Rostagno, con lo scopo di accogliere e assistere soggetti tossicodipendenti e alcolisti. Dopo circa quattro anni da quest’ultima consegna, l’Ente e il Comune di Monreale, territorio entro cui ricade Borgo Borzellino, formalizzarono l’acquisizione del centro secondo quanto deciso con gli atti del 30 giugno 1992 n.79 del Consiglio Comunale di Monreale, approvata dal C.P.C. di Palermo nella seduta del seguente 14 luglio e per gli effetti della Legge 890/1942. In base all’Art.1 della stessa Legge, gli edifici e gli impianti di competenza comunale dei Borghi Rurali dovevano essere trasferiti gratuitamente ai Comuni con il vincolo della destinazione perpetua ad uso di pubblica utilità.
Il centro, nonostante la sua posizione prossima ai paesi della Valle dello Jato, non fu mai un punto di riferimento per la popolazione circostante. Così, ad oggi il Borgo è inutilizzato: l’edificio per le botteghe artigiani, la scuola, la caserma e parte del municipio hanno i solai di copertura parzialmente crollati, la scuola ha diffusi dissesti sulle murature, con evidente distacco dei due corpi a quote diverse, le restanti strutture di legno sono pericolanti, gli infissi sono fatiscenti. Soltanto la rivendita-trattoria, usata fino a pochi anni fa dal nucleo di meccanizzazione agricola dell’Ente, è in discrete condizioni ma è stata devastata da atti di vandalismo.
Tra le proposte e i progetti di recupero per il borgo rurale in contrada Balletto va citata di certo la tesi di Laurea di Alessandro Squatrito dello IUAV di Venezia che si aggiunge al progetto voluto dall’ESA “La via dei borghi” che interessa questo ed altri centri rurali dell’isola.
È del 3 gennaio 2022, il comunicato stampa con cui si rende noto che la Regione Siciliana avvierà a breve procedura per l’affidamento congiunto della progettazione esecutiva e dell’esecuzione dei lavori per il recupero di Borgo Borzellino. L’importo di 5 milioni e mezzo di euro proviene dal fondo istituito presso l’assessorato dei Beni culturali per la riqualificazione degli insediamenti costruiti dall’Ente di Colonizzazione del Latifondo Siciliano, poi ampliati negli anni Cinquanta e infine affidati in gestione all’Ente sviluppo agricolo. Il fine è quello di attivare un percorso sperimentale di collaborazione tra enti e partner per creare una nuova destinazione turistico culturale in Sicilia e salvare il centro monrealese dal degrado in cui si versa.
Da un punto di vista del suono Borgo Borzellino presenta delle particolarità figlie della sua posizione a ridosso della SS624, una delle strade principali di collegamento tra Palermo e la zona dell’Agrigentino. Il passaggio delle macchine, infatti, crea una saturazione da un lato del Borgo, a seconda delle ore del giorno, mentre dall’altro lato un pastore ha occupato un rudere per il pascolo delle vacche, alimentando di campanacci la zona ovest. Al centro del Borgo, nella piazza, è possibile sentire nitidamente la fusione di questi due paesaggi esterni al Borgo. In giornate ventose, è inoltre possibile sentire il Borgo stesso come strumento essendo finestre, ganci, giunture e legna libere di muoversi e questo alimenta l’immagine sonora del luogo. A questo proposito, il lavoro sul Borgo si è alimentato di queste suggestioni sonore che già da sè hanno particolarità e caratteristiche importanti, limitando l’atteggiamento astrattivo a posteriori e volendo enfatizzare questi aspetti.