BORGO EMANUELE GUTTADAURO
TIPO DI BORGO — A
progettista — Gaetano Averna
data di progetto — 1940
località — c.da case cammarata
stato di conservazione — pessimo
Borgo Guttadauro sorge a metà strada tra i paesi di Niscemi e Gela. Per raggiungerlo bisogna percorrere la Strada Statale 190 che, nel periodo primaverile, offre un incredibile scenario caratterizzato da campi di grano a perdita d’occhio.
Il Borgo, che rientrava nel Consorzio di Bonifica della Piana del Gela, fu inizialmente pianificato già a metà degli anni ’30, quando furono avanzate le proposte per i primi otto centri rurali voluti dall’Istituto Vittorio Emanuele III. Ciò si può dedurre dalle pagine finali del testo di Guido Mangano “Centri Rurali” del 1937 in cui venivano affidati tramite il bando del 28 Ottobre 1934, i nomi dei borghi che avrebbero anticipato l’azione colonizzatrice. Insieme a quello che poi verrà denominato Guttadauro, si trovano riferimenti a Borgo Sparacia e Borgo Lupo.
Borgo Guttadauro, così come lo conosciamo oggi, è dedicato al generale gelese dell’esercito fascista Emanuele Guttadauro [leggi la biografia], costruito in Contrada Case Cammarata – secondo alcune carte dell’ECLS – sulle terre di proprietà dei fratelli Francesco e Fulvio Camerata, figli di Salvatore, un barone di Piazza Armerina che a sua volta lo aveva ricevuto, con molti terreni, in seguito alla morte di Girolama Suberras per “riunione d’usufrutto” del 12 gennaio 1913. Secondo quanto riportato dagli archivi storici del comune di Butera, il 17 Novembre 1945 la Giunta della città deliberò di cambiare la denominazione del Borgo Guttadauro in Borgo Disueri, “per mantenere vivo il ricordo ai rurali il nome della contrada” e dare un netto taglio con il ricordo storico che fino ad allora aveva condizionato vari aspetti della vita sociale.
L’Ente di Colonizzazione del Latifondo affidò all’Architetto Gaetano Averna il progetto di Borgo Guttadauro realizzato il 6 Maggio 1940 e approvato nell’adunanza del 20 Giugno 1940 dal Comitato Tecnico Amministrativo del Provveditorato Opere Pubbliche di Palermo con voto n.3269. Come ogni Borgo di tipo grande, anche quello gelese avrebbe servito un’area in cui ricadevano due centri piccoli che furono progettati dagli architetti Edoardo Caracciolo e Giuseppe Marletta. Il rifornimento idrico sarebbe stato assicurato dall’acquedotto Ficari che in quel periodo era a servizio del cantiere della costruenda vicina Diga Disueri.
L’idea di Averna prevedeva un Borgo molto esteso e complesso di cui la Chiesa, con pianta a croce per una superificie di 84mq atta a contenere circa 180 persone, rappresentava la massima espressione. Gli altri edifici del centro rispecchiavano le necessità di un Borgo grande costituito, quindi, dalla casa parrocchiale, dalla scuola con l’alloggio della maestra, dalla Casa del Fascio con la delegazione podestarile, dalla collettoria postale e dalla stazione dei Carabinieri. Vi erano inoltre l’ambulatorio medico e l’alloggio, la trattoria e rivendita con l’alloggio, gli uffici dell’ECLS, le botteghe per gli artigiani e una cabina elettrica.
La gara di appalto per la realizzazione di Borgo Guttadauro si svolse il 5 Novembre 1940 alle ore 10, presso la Sede ECLS di Via Catania a Palermo. Ad aggiudicarsi i lavori fu la romana Ferrobeton, la stessa che vinse appalti per altri borghi coevi (Borgo Rizza, Borgo Lupo, Borgo Ventimiglia, Borgo Bonsignore e il progetto di Borgo Tudia-Ingrao), “per aver fatto la migliore offerta e cioè al ribasso di lire 6,25% sul presunto ammontare in Lire1.607.659,98”. Gli accordi tra Ente e Ditta furono firmati il 29 Gennaio 1941 dal Direttore dell’Ente Nallo Mazzocchi Alemanni e dal procuratore della Ferrobeton l’Ing. Alessandro Alliata, “come da mandato conferito dal Consiglio di Amministrazione della S.A. Ferrobeton del 30 Maggio 1940”. Secondo l’Art.8 del contratto d’appalto, la Ditta avrebbe dovuto consegnare i lavori entro e non oltre otto mesi dalla data del verbale di consegna e rispettare in base all’Art.6 le
norme relative alle assicurazioni sociali derivanti da leggi o da contratto collettivo (invalidità e vecchiaia, disoccupazione, tubercolosi, malattie ed altro), nonchè al pagamento dei contributi messi a carico dei datori di lavoro, come gli assegni familiari e l'indennità ai richiamati alle armi
L’8 e il 10 Febbraio seguenti furono avanzate le domande di concessione per i lavori rispettivamente dell’acquedotto rurale e della casa sanitaria per un importo di 716.116,73Lire. L’ECLS ottenne con D.M. n.8825 del 10 Dicembre 1941, registrato presso la Corte dei Conti il 2 Marzo 1942, la concessione dei lavori relativi alla costruzione di Borgo Guttadauro per un importo totale di «1.435.126,84Lire comprensivo dell’aliquota del 15% per le spese generali.
I lavori furono, però, interrotti dall’avanzata alleata in Sicilia, nonostante in alcuni locali mancassero solo le rifiniture per l’agibilità e la messa in servizio.
Si arriva, così, al 10 Maggio 1946 quando la stessa Ferrobeton fu incaricata di “adeguare i fabbricati alle maggiori esigenze”, causando alcune varianti rispetto al progetto principale. Per tali lavori vennero redatte due perizie, una dell’importo di Lire264.981,53 – comprese le spese generali – e l’altra di Lire1.612.512,77 entrambe approvate dal Comitato Tecnico Amministrativo del Provveditorato alle OO. PP. con i voti n.9781 e n.9780. I relativi lavori furono assentiti all’Ente di Colonizzazione secondo il Decreto A.C. n.4986 del 24 Maggio 1947 e n. 10020 del 5 Dicembre 1946.
Il 25 Novembre 1947, venne concesso dall’Ispettorato Compartimentale con nota n.969/1446 l’importo di 670.000Lire, comprensivo di una quota per spese generali ed oneri vari del 6%, di cui il 38% a totale carico dello Stato secondo il D.L. del 13 Febbraio 1933 n.315 e della Legge 2 Gennaio 1940 n.1, per la costruzione della trattoria rivendita e botteghe artigiani, in base al progetto del 9 Dicembre 1946 firmato dall’Ing. Paolo Abbadessa. In realtà, la prima concessione per la realizzazione dell’edificio di servizi risale al 23 Gennaio 1941 su progetto del 6 Settembre 1940, per un importo complessivo di 404.377,06Lire. I lavori, però, non anche in questa occasione subirono il blocco causato dal sopravanzare della Guerra.
Per definire i rapporti con la Ferrobeton, l’Ente richiese attraverso il Ministero il collaudo del Borgo, affidato al Comm. Ing. Erminio Granone. Nel frattempo, in seno al programma di opere pubbliche di bonifica per l’esercizio 1945-46, furono assegnati per Borgo Guttadauro 3.000.000Lire per i lavori di completamento. Questi furono predisposti il 14 Aprile 1947, per un importo di 2.515.000Lire, approvati dal C.T.A. con voto n.16166 del 29 Luglio 1947 ed i relativi lavori affidati all’ECLS con D.A. n.9690 del 25 Novembre. Il 28 Novembre successivo, però, la gara di appalto indetta risultò deserta e l’Ente si trovò costretto ad un aggiornamento della perizia impiegando interamente la cifra a disposizione per il completamento dei vari edifici. Le opere a cui si fa riferimento avrebbero ultimato la pavimentazione con lastre di marmo della chiesa, l’installazione di porte interne ed esterne, la costruzione dell’altare marmoreo, la costruzione del tetto della canonica e il completamento dell’intonaco interno (spesa prevista Lire1.350.730). La casa comunale – ex sede del PNF – mancava ancora del soffitto ed era necessario completare gli intonaci interni, la pavimentazione e l’installazione di porte interne e finestre per una spesa di Lire193.175. Gli stessi lavori avrebbero dovuto coinvolgere la casa dell’Ente (Lire80.005), la scuola e il relativo alloggio dell’insegnante (Lire317.705), la caserma dei Carabinieri (Lire29.720), l’ufficio postale (38.670) e il dispensario medico (Lire83.625) a cui si aggiunse il 5% circa per imprevisti.
Con la nota n.2207 del 22 Luglio 1948, il Capo Servizio Amministrativo comunicava ai servizi Ingegneria e Ragioneria che il 25 Giugno 1948 fu incassata la somma di 95.425Lire quale contributo statale per le riparazioni dei danni bellici. Si fa riferimento, in particolare, al progetto di ripristino affidato il 15 Ottobre 1945 all’Ing. Francesco Di Pisa per un “importo preventivato di 255.000Lire compresa la percentuale per spese generali ed oneri vari”. Ultimati i lavori, il collaudo avvenne il 23 Ottobre 1948 e il 29 Marzo successivo l’Ing. Mulini redasse la relativa perizia.
Borgo Guttadauro avrebbe servito, secondo la mappa aggiornata al 31 Dicembre 1956, i P.R.672, 638, 1016, 834, 1059, 783, 940, intersecando il proprio raggio di influenza con altri tre centri rurali previsti dal Consorzio del Gela: Borgo Catummo (P.R.23, 24, 330), Borgo Passo di Piazza (P.R.468, 338) e Borgo Guzzardella (P.R. 46, 47, 373). Il 28 Febbraio 1955 fu predisposta dall’Ufficio Borghi del Servizio Edilizia dell’ERAS una perizia riguardante le opere di ripristino e presidio. La spesa di 40.000.000Lire a totale carico dello Stato rientrava nell’esercizio finanziario 1954 – 55 per cui furono stanziati in totale 139.000.000Lire per la manutenzione di altri sette borghi rurali. In quello stesso bilancio rientrò anche la manutenzione della Caserma dei Carabinieri che fu accordata per D.A. 2/1574 del 28 Luglio 1953 per un importo totale di 5.456.510Lire. A seguire i lavori fu il Geom. Cinà che si avvalse dell’impresa di costruzioni Turco Giovanni di Gela mentre il Consorzio della Piana del Gela curò il ripristino dell’acquedotto, fino ad allora non funzionante.
Passarono tre anni perchè i 40.000.000Lire destinati a Borgo Guttadauro trovassero utilizzo. Una nuova relazione fu stilata dall’Ing. Salvatore Spataro il 14 Maggio 1958 dove si rilevava che a causa della “esiguità dei fondi assegnati per la manutezione del Borgo” era stato possibile fare soltanto dei piccoli interventi che non si dimostrarono, però, sufficienti per la “completa messa in efficienza del Borgo medesimo”. Si considerava necessario, dunque, un adeguato intervento per consentire sia alle 80 persone residenti che alla “popolazione rurale che verrà ad insediarsi con l’applicazione della legge sulla R.A. in Sicilia” di beneficiare dei servizi offerti dal piccolo agglomerato. L’impresa Ventura Gaetano, assuntrice dei lavori, oltre a vari interventi sui dieci edifici del Borgo, curò la sistemazione delle opere stradali, l’arredamento e il rivestimento in marmo della Chiesa e la formazione dell’Altare.
Il 1962 è l’anno del commissariamento dell’ERAS e a gestire le sorti dell’Ente è Salvo Lima, Sindaco di Palermo dal 1958 al 1963 e figura della DC siciliana che insieme a Salvatore Vassallo e Vito Ciancimino contribuì al “Sacco di Palermo”. Il 15 Marzo 1963, Lima ricevette una lettera dal Prefetto di Caltanissetta Augusto Buglione di Monale in cui si faceva notare che nonostante
tutti gli immobili che lo compongono sono in piena efficienza [...], offre al passante un senso di desolazione, abitato come è soltanto da 3 Carabinieri e da un custode con la sua famiglia. Nel villaggio funziona anche una scuola elementare frequentata da 10 bambini
Per evitare, dunque, che l’abbandono e il deperimento degli edifici avessero la meglio, il Prefetto avanzò l’idea di poter utilizzare Borgo Guttadauro, grazie alla posizione prossima al mare, come “colonia permanente per bambini appartenenti a famiglie di povere condizioni abitanti in ambienti malsani o superaffollati”. La gestione sarebbe stata affidata all’Ente Comunale di Assistenza di Caltanissetta che avrebbe dovuto ricevere in cessione gratuita gli immobili per un certo numero di anni. Solo in questo modo, dando continuità alla vita del centro, si sarebbero potuti organizzare dei periodi non inferiori a otto mesi per ciascun bambino. Nei periodi di maggiore affluenza, quindi durante i mesi estivi, si sarebbero avuto circa 160 posti, di cui il 50% a disposizione dell’ERAS “per i figli degli assegnatari in particolari condizioni di bisogno” e per cui l’Ente avrebbe corrisposto la retta. Il resto dei finanziamenti sarebbe stato coperto attraverso vari accordi con la Regione, con il Ministero dell’Interno e della Sanità. Tuttavia, nessuno sforzo per avviare il progetto venne avviato nonostante l’assicurazione del Prefetto di seguire “personalemente le pratiche che andranno a svolgersi”.
Negli anni ’60, venne istituita una casa di cura per minori che, grazie all’impegno e alla costanza della direttrice, ottenne un finanziamento comunale di 200.000Lire per l’acquisto di strumenti necessari per la costituzione di un complesso bandistico. In questi anni grazie al D.P.R. n.161 del 9 Febbraio 1965, venne riconosciuto, agli effetti civili il decreto dell’Ordinario diocesano di Piazza Armerina, in data 24 maggio 1964, integrato con due dichiarazioni di pari data.
Borgo Guttadauro fu ceduto al Comune di Butera il 14 Gennaio del 1971, secondo l’articolo primo della Legge 8 Giugno 1942 n.890, per cui le strutture costruite in zone di colonizzazione dovevano essere trasferite gratuitamente in proprietà ai comuni col vincolo della destinazione perpetua ad uso di pubblica utilità.
Il Borgo risulta essere quanto mai interessante dal punto di vista urbanistico: la disposizione degli edifici fa si che si formino tre piazze interconnesse tra loro gravitanti intorno alla chiesa Regina Pacis. Ad oggi, questa è quasi del tutto crollata, ne rimane ancora parzialmente riconoscibile la torre campanaria. Lo stile architettonico riprende il razionalismo con respiro ricco di simboli e riferimenti siciliani, quali i modernisti archi di Castello Utveggio o i rampanti inclinati che erano stati considerati caratteristica “invariante” dell’architettura rurale secondo la mostra di Pagano a Milano e secondo gli studi del giovane Epifanio, l’architetto del quartiere “Littorio” a Palermo, odierno quartiere “Matteotti”.
Come la maggior parte dei borghi costruiti per colonizzare e spezzare il latifondo, anche Borgo Guttadauro perde la sua importanza strategica e sociale e gradualmente viene abbandonato negli anni settanta. Tuttavia fino al 30 giugno 1974 una resistenza è ancora viva: prova ne è una delibera dell’8 Ottobre 1973 in cui viene affidato, ad un certo Luca Rocco, il servizio di pulizia dei locali e sorveglianza delle scuole elementari fino all’anno successivo.
Nel 1982 la cooperativa giovanile “Pablo Neruda” ottiene la gestione del Borgo, per adibirlo a centro sociale polivalente. Tuttavia, a causa della mancanza dei finanziamenti richiesti per la ristrutturazione edilizia, il progetto non venne realizzato. Così, dopo che si è provato a rivalutare la sua esistenza, Borgo Guttadauro rimane oggi una piccola “oasi” su un territorio dedito all’agricoltura, ancora privo di quell’antropizzazione che molto spesso deturpa il paesaggio.
A causa dell’incuria delle amministrazioni che si sono succedute e per particolari caratteristiche strutturali e geologiche – il carattere argillose del terreno e la specificità della zona che appartiene alla II° categoria con un grado sismicità pari a 4 che ha minato, negli anni, la stabilità degli edifici – il borgo rientra, purtroppo, in quei tentativi di recupero che la maggior parte delle volte non portano a nessun risultato concreto. Solo nel 2016, un progetto legato ad “Alternanza Scuola-Lavoro” ha visto delle attività per la rivalutazione del patrimonio architettonico e rurale della zona e, con il contributo dell’Ordine dei Geometri locali sono stati effettuati dei rilievi alle strutture.
Da un punto di vista del suono Borgo Guttadauro presenta alcune particolarità legate soprattutto al percorso per raggiungere il luogo e all’azione del tempo sulle singole costruzioni interne.
Borgo Guttadauro si affaccia, infatti, sulla statale 190, strada che nella sua distanza dai centri abitati comunque si presenta percorsa regolarmente dalla gente del posto, soprattutto da camion che trasportano merci. Essendo per lo più in una zona pianeggiante è possibile assistere in determinate condizioni geografiche ad un particolare dialogo tra i suoni dei camion e dei mezzi agricoli e il loro stesso eco, venendosi a creare aree sonore simili a drone medio-alti. Questo nella zona esterna.
La zona interna, parzialmente isolata dalle costruzioni e dagli alberi presenta diversi fenomeni orchestrali. Diversi sono gli edifici, infatti, che attraverso il vento risuonano come vere arpe eoliche, soprattutto grazie alle finestre e ai materiali sparsi lungo i luoghi.
Oltre a questi due fenomeni è da rivelare, a livello di importanza, la presenza, molto spesso presente nei borghi del sud Sicilia, dei suoni caratteristici del grano che fanno da tonica, assieme alle fronde, al luogo.