BORGO GURGAZZI
TIPO DI BORGO — c
progettista — Pietro Bonaccorso
data di progetto — 1958
località — c.da gurgazzi
stato di conservazione — pessimo
Borgo Gurgazzi si affaccia sulla ex Regia Trazzera Licata-Barrafranca, oggi SP47, e rientra nel territorio comunale di Butera, in provincia di Caltanissetta.
Il centro rurale ricade nella zona di competenza dell’ex Consorzio di Bonifica Salso Inferiore, inizialmente classificato come comprensorio con il Regio Decreto 9 febbraio 1934 per una superficie di 35ha. Con successivo Decreto Ministeriale n.3224 del 15 aprile 1940, il perimetro consortile viene ampliato a 147ha in modo da comprendere anche il bacino imbrifero del Fiume Salso. Con Regio Decreto del 31 agosto 1939, viene costituito il Consorzio che comprende tutto il comprensorio classificato nel 1934 mentre la rimanente parte non è consorziata. Oggi, in base a quanto stabilito con Decreto del Presidente della Regione Siciliana n.153 del 25 maggio 1997, il vecchio ente è confluito nel Consorzio di Bonifica 5 – Gela che acquisisce anche l’ex consorzio della piana gelese.
Il 20 novembre 1953, il Provveditorato alle Opere Pubbliche con voto n.29791 esamina il piano generale di bonifica relativo alle infrastrutture di competenza statale, redatto, per conto del Consorzio, in data 15 ottobre 1950 dagli Ingg. Margiotta, Garofalo, Barresi e Pedivellano e delle direttive di massima della conseguente trasformazione fondiaria, curata dal Dott. Luigi Vassallo.
In un’ottica ancora fortemente rivolta al passato, si ritiene indispensabile l’insediamento stabile dei contadini nelle campagne con la creazione dei servizi essenziali. Il progetto prevede, dunque, la realizzazione di un borgo di tipo A in località Ficuzza, dotato di chiesa con alloggio, un ufficio postale e consorziale con l’abitazione per il funzionario, una trattoria, la bottega artigiana, una scuola, una caserma dei Carabinieri e un’infermeria e un dispensario. All’interno del raggio di influenza, gravitano due piccoli sottoborghi con la scuola e la chiesa. Uno di questi è previsto in contrada Diliella «all’incrocio delle consorziali n.5 e 7 e l’altro in Contrada Drasi all’incrocio delle consorziali n. 1-2-3-22». La spesa prevista per la costruzione dei centri rurali è di 98.000.000Lire, una piccola quota rispetto ai costi per la sistemazione della rete viaria, irrigua, idraulica e per l’approvvigionamento idrico. Il documento, però, non viene approvato dal Comitato Tecnico Amministrativo (CTA) perchè non si «presenta sufficientemente sviluppato».
Il 20 ottobre 1955 con voto n.32537, il CTA si trova nuovamente a valutare il piano generale che viene respinto perchè ritenuto confusionario e disorganico tanto da «creare perfino delle stridenti contraddizioni nei vari atti allegati». Inoltre, si ravvisa che
solo in minima parte, i progettisti si sono attenuti ai suggerimenti contenuti nel detto precedente voto di questo Comitato, senza per altro, fornire alcuna valida giustificazione del mancato adempimento alle prescrizioni sostanziali e rimandando anzi l'attuazione di esse ed ulteriori studi, ciò che non si ritiene ammissibile.
Nel 1954, mentre il Consorzio è impegnato nell’approvazione del proprio piano generale di bonifica, l’Ente di Riforma Agraria (ERAS) stila un riepilogo generale dei borghi delle province siciliane. In quella nissena, oltre a Borgo Guttadauro e Borgo Gattuso-Petilia, già realizzati dall’Ente di Colonizzazione del Latifondo Siciliano, il quadro riassuntivo prevede la progettazione di un borgo di tipo A in Contrada Tenutella Desusino per una spesa di circa 190.000.000Lire. Vasto è, invece, il programma di borghi A, B, C e scuole rurali: un centro grande in Contrada Santo Pietro di Butera; tre del tipo B nelle contrada Garistoppa, Ratumemi e Gallitano; quattro sono i borghi del tipo C da sorgere nelle contrade Manfria e Gurgazzi, San Giuliano e Salveria; sei, infine, gli edifici scolastici previsti a Grotta Rossa, Mimiani, Case Saeli, Quattro Finaite, Olivella e Milinciana. Il costo complessivo per l’intero piano ammonta a circa 700.000.000Lire, cifra considerevole negli anni Cinquanta soprattutto per un paese appena uscito sconfitto dalla Seconda Guerra Mondiale.
Nella mappa dell’agosto 1956 redatta dall’ERAS, Borgo Gurgazzi però scompare perchè il centro rurale di Contrada Diliella è adesso indicato come di tipo A nel cui raggio di influenza ricadono sia il centro di tipo B di Contrada Castelluccio che la scuola rurale di Contrada Milinciana. In questo modo, un borgo di tipo C non avrebbe avuto più senso. Ad intersecare, poi, il proprio perimetro con quello di Borgo Diliella sono il centro di tipo B di Contrada S. Pietro e la scuola di Contrada Quattro Finaite. A completare il sistema di opere è il progetto di Borgo Tenutella Desusino che, come detto, rientra tra i centri grandi a servizio di numerosi piani di ripartizioni dell’area tra Falconara e Manfria.
A fine anni Cinquanta, però, il complesso sistema di borghi nell’area meridionale del Consorzio del Salso Inferiore è smantellato. Si riducono o eliminano molte delle opere ritenute superflue e soprattutto troppo onerose. In questo modo, Borgo Gurgazzi diventa il centro del piano di riforma dell’area in cui sono progettate anche due scuole rurali distaccate. I progetti sono del 30 settembre 1958 redatti dall’Ing. Pietro Bonaccorso dell’Ufficio Tecnico Settore Borghi dell’ERAS. Il borgo ridotto comprende scuola, asilo, ambulatorio, sede Cooperativa e magazzino, riprendendo lo schema di Borgo Manfria, Borgo Badia, Borgo Runza e altri. L’area di competenza di Borgo Gurgazzi e delle due scuole satellite accoglie 152 lotti e 140 case per assegnatari, ricadenti nel piano di ripartizione 303. L’Ente di Riforma approva i progetti con deliberazione n.1282 per un importo complessivo di 90.050.000Lire, suddivisi in 79.243.938 per i lavori a base d’asta e in 10.806.062 per le somme a disposizione. Il 3 dicembre con voto n.450, il Sottocomitato Tecnico Amministrativo per la Riforma Agraria si pronuncia favorevolmente sull’ammissibilità in linea tecnica ed economica al progetto di Bonaccorso. Così stabilito ed in considerazione delle leggi 646/1950, 104/1950 e visto il Decreto Assessoriale n.03624/R.A. del 18 marzo 1959 con il quale si approvano i progetti tipo per nuclei minimi di servizi pubblici, l’Assessorato Agricoltura della Regione Siciliana emana il Decreto Assessoriale 1888/R.A. del 5 febbraio 1959 con cui si accetta la costruzione delle opere pubbliche, ritenute urgenti e indifferibili ai sensi e per gli effetti dell’art.71 della Legge 25 giugno 1865 n.2359. Ad aggiudicarsi i lavori è l’Impresa Camilleri Calogero, tenuta a ultimare le opere entro venti mesi dalla consegna ovvero dal 28 novembre 1960, mentre a dirigere i lavori è l’Ing. Gaetano Lo Monte — a cui verrà affidata la progettazione della scuola rurale di c.da Aquila — con il supporto contabile del Prof. Filippo Ramirez, entrambi impegnati anche nei lavori a Manfria. Non sappiamo nulla, invece, del cambiamento della disposizione degli edifici che, come si nota dalla planimetria, erano raccolti attorno ad una piazza aperta.
L’11 marzo 1959, quando ancora il borgo è in costruzione, il Sig. Giuseppe Brutto, assegnatario del lotto n.164, dichiarando di essere in possesso della licenza per la vendita di alimentari, generi vari e tabacchi, chiede all’Ente che gli venga concessa «una casa del costruendo Borgo […] onde poterla adibire» per una piccola attività commerciale. L’assegnazione non trova esito positivo anzi, prendendo in prestito le parole di Salvatore Lisi in un suo articolo apparso sulla rivista “Agorà”:
Borgo Gurgazzi, quand’anche strutturalmente completato, non funzionò mai, solo per mancanza della copertura delle spese d’attivazione dei servizi. In quel periodo, tutto il comprensorio fu regolarmente colonizzato dagli agricoltori. L’insediamento rurale nelle case coloniche fu completo, attivo e produttivo sino al 1962. Da quel momento in poi, l’esodo contadino dalla campagna verso le metropoli del Nord Italia e all’estero, sebbene fosse già sporadicamente iniziato prima, aumentò a ritmo sempre crescente.
Il 27 gennaio 1970, Raffaele Tambè presenta al Tribunale di Caltanissetta un ricorso nei confronti dell’Impresa Camilleri, gestita dagli eredi dopo la morte del titolare. Tambè sostiene che dal 1961 abbia lavorato «ininterrottamente […] come manovale e […] dal 1963 con le mansioni di guardiano del villaggio». Tuttavia, dal primo settembre 1966, la ditta di costruzioni non gli corrisponde più alcuno stipendio, se non un acconto di 120.000Lire. Ascoltati i testimoni e raccolte le prove che accertano la permanenza a Borgo Gurgazzi di Tambè, il Tribunale nisseno con sentenza del 23 novembre 1973 condanna al pagamento gli eredi Camilleri per una cifra complessiva di 5.760.000Lire oltre a 465.000Lire per le spese processuali.
Lo spopolamento aveva profondamente colpito il tessuto sociale nisseno e della Contrada Gurgazzi in particolare. Il centro, pochi anni dopo la sua realizzazione, risulta completamente abbandonato e «progressivamente smantellato da occasionali malfattori». A resistere è ancora la squadriglia di Carabinieri a Cavallo, alloggiata nella vicina fattoria Suor Marchesa che, «per non lasciare inascoltate le istanze inoltrate dagli assegnatari di quella zona che desiderano avere la presenza dell’Arma», richiede all’Ente di Sviluppo Agricolo (ESA) alcuni locali del borgo da adibire a caserma e scuderia per cavalli. Perchè il trasferimento possa avvenire, l’Arma avanza domanda all’Ente per un intervento di manutenzione urgente. Il 18 novembre 1972, il Geometra Vincenzo Crisafulli scrive una relazione tecnica in cui si valutano gli interventi da eseguire e le opere per la riparazione dei danni all’edificio “Sede cooperativa e Magazzino”. Per rendere abitabile il fabbricato, i lavori previsti ammontano a 9.800.000Lire e sono relativi a
- revisione completa di tutta la copertura con sostituzione parziale di tegole, grondaie e colonne di scarico
- fornitura e collocazione di tutte le serrande avvolgibili, i vetri e registrazione di tutti gli infissi interni ed esterni
- revisione completa di tutti gli impianti idrici e gli scarichi
- collocazione di tutte le soglie di marmo nonchè delle ringhiere delle scale e del balcone
- impermeabilizzazione e pavimentazione della terrazza balcone
- sistemazione scala di accesso al fabbricato e scala di accesso al primo piano
- rifacimento parziale del traversato esterno con particolare cura per l'esecuzione completa del tonachino esterno tipo Li Vigni
- fornitura e collocazione di n°2 serbatoi di acqua
- opere di pitturazione e varie
Passano alcuni anni e la situazione strutturale dei tre edifici sostanzialmente non cambia: incuria, atti di vandalismo e lavori non autorizzati modificano l’aspetto del borgo.
Nonostante lo stato delle cose, il 16 febbraio 1986, il Comune di Butera redige una relazione tecnica che segna l’avvio delle pratiche per l’acquisizione di Borgo Gurgazzi. Il documento restituisce un quadro impietoso e dettagliato delle condizioni in cui versano gli edifici: la scuola e l’asilo si presentano allo stato grezzo, danneggiati dagli eventi atmosferici e con le copertura a spiovente senza tegole; nella sede cooperativa «esistono le sole tramezzature interne e dove le strutture trovansi, in atto, in discrete condizioni di conservazione, anche perchè pare che nel 1970 siano stati eseguiti dei lavori di riattamento». Nel dicembre di quell’anno, viste le delibere comunali del 27 gennaio e del 26 giugno rese esecutive dall’Organo di Controllo con decisioni n.21802 e n.21803 del 4 novembre 1986, il Sindaco di Butera fa istanza all’ESA per la formale cessione dei locali del centro rurale per finalità prettamente sociali. Con provvedimento n.488\C.A. del 22 luglio 1987, l’Ente di Sviluppo Agricolo sancisce di trasferire al Comune gli edifici e gli impianti del borgo rurale, indicati nel Foglio 73 del catasto rustico comunale particella 7, terreno di 8.420mq, e particelle 8-9-10-11, fabbricati rispettivamente di 350mq, 305mq, 145mq, 115mq. La consegna si formalizza il 18 ottobre 1988, rispettando le disposizione della Legge 890/1942 e dell’art.11 della 386/1976 che prevede che i borghi rurali siano acquisiti gratuitamente dai comuni di competenza, rispettando il vincolo della destinazione perpetua ad uso di pubblica utilità.
Nonostante gli sforzi e l’apparente interesse, Borgo Gurgazzi rappresenta il tipico caso di sperpero di denaro pubblico. Una disfatta anche per la Riforma Agraria che qui aveva inizialmente previsto un rilancio dell’agricoltura: case, strade, scuole e un centro di servizio non sono però bastati a bloccare l’emigrazione che ha influito come una scure sulle vicende che hanno reso agonizzante un intero territorio.