BORGO LIVIO BASSI

TIPO DI BORGO — A

progettista — Domenico Sanzone

data di progetto — 1940

località — c.da ummari

stato di conservazione — discreto

Borgo Livio Bassi rientra nella seconda serie di opere rurali avviate dal 1940 e, grazie ai servizi che avrebbe offerto ai coloni, fa parte della tipologia A. Il progetto fu curato dall’Ing. Domenico Sanzone che presentò la propria relazione il 30 marzo 1940. Diverse furono le aree individuate per la fondazione del centro: nella prima opzione, in Contrada Burgarella, il Borgo veniva attraversato da due tronchi stradali – in modo analogo a Borgo Schirò, indicati come strada n.1 e strada n.2 nella corografia – che si sarebbero diramati dalla vicina SS113. L’importo previsto per la realizzazione di Borgo Bassi in tale area era di 1.506.896Lire di cui a totale carico dello Stato 1.191.311Lire e col contributo statale dell’87,50% di 325.585Lire, «somma che riguarda la costruzione della strada di accesso». Tuttavia, con voto n.3399 del 5/6 novembre 1940 il Comitato Tecnico del Provveditorato alle Opere Pubbliche, unitamente al parere del 18 ottobre 1940 espresso dal Comitato Tecnico Provinciale per la Bonifica Integrale, sollevò il problema della vicinanza con Montagna Grande che, ricadendo nell’area di influenza del Borgo, non sarebbe potuta essere soggetta ad appoderamento. Venne, dunque, individuata una seconda area in Contrada Fastaiella, a quota 286m. Tale decisione avrebbe portato «una maggiore lunghezza della strada di accesso, rispetto alle due previste, che comunque sarebbero superflue» ed una riconsiderazione della posizione del Dispensario Medico e della Casa Sanitaria. Anche questa volta, però, la zona non fu ritenuta idonea. Solo il 19 aprile 1941, attraverso la relazione dei tecnici dell’ECLS e grazie all’intervento dell’Unione degli Agricoltori di Trapani del 20 febbraio 1941 fu assegnata al Borgo l’attuale sede di Ummari, scelta che avrebbe assicurato sia prossimità con la Strada Statale sia con la Stazione Ferroviaria. Inoltre, venivano soddisfatte le necessità della colonizzazione data la presenza di diverse case di famiglie coloniche in quell’area, «prive di quel minimo indispensabile per l’assistenza civile, sociale, religiosa e politica». Ciò diede vita ad una condizione per cui il centro è da definirsi misto, offrendo servizi e accogliendo possibili nuovi residenti. In questo modo, il raggio di influenza (5-6km) del Borgo andava ad intersecarsi con quello di Borgo Fazio.
Al 2 giugno 1941, la denominazione del Borgo non era stata ancora stabilita. Ciò si deduce dal decreto firmato dal Ministro Tassinari un cui si indicava che «il termine per la costruzione della trattoria-rivendita e delle botteghe artigiane […] è prorogata al 31 agosto 1942». La mancata attribuzione di un nominativo al centro trapanese condizionò anche il celebre ingegnere italiano Dagoberto Ortensi che, nel suo testo “Edilizia Rurale Urbanistica di Centri Comunali e di Borgate Rurali. Con 1010 illustrazioni” del 1941 edito dalla Casa Editrice Mediterranea, riportava a proposito di Borgo Bassi la dicitura “Borgo Z”. Il volume di Ortensi fu dunque pubblicato prima della morte del Tenente Pilota trapanese avvenuta il 2 aprile 1941, in seguito alle ustioni riportate in un’azione di guerra il 20 febbraio precedente. Per la sua azione, Livio Bassi fu insignito della Medaglia d’Oro al Valore Militare con questa motivazione:

Arditissimo pilota da caccia di provato valore partecipava a numerose ed alle più rischiose azioni di guerra compiute dal suo reparto abbattendo con azione individuale 4 velivoli nemici. Durante un bombardamento aereo sul proprio campo, eseguito da preponderanti forze aeree nemiche scortate da caccia, partiva subito in volo affrontando l'impari lotta con suprema audacia e slancio incomparabile, contribuendo a stroncare l'offesa avversaria e ad abbattere due apparecchi. Rimasto ferito, con il velivolo gravemente danneggiato, anziché salvarsi col paracadute, tentava rientrare al campo; ma, nel generoso tentativo, ai limiti del campo stesso rimaneva avvolto dalle fiamme sprigionatesi dai serbatoi forati. Gravemente ustionato veniva soccorso e trasportato all'ospedale dove, dopo due mesi di atroci sofferenze, chiudeva serenamente la gloriosa giovane vita nella visione della Patria vittoriosa, già da lui tanto mirabilmente servita. Cielo della Grecia, ottobre 1940 - febbraio 1941

 Il 20 giugno 1946, nella fase preparatoria alla seconda edizione pubblicata nel 1948 col titolo “Case per il popolo”, Ortensi chiese al Direttore Generale dell’Amministrazione Centrale del Ministro dell’Agricoltura Mario Muzzarini se l’Ente di Colonizzazione fosse ancora attivo e se i borghi avessero cambiato denominazione. Poco meno di un mese dopo, il 16 luglio, con nota n.3068 Muzzarini comunicò che

l'Ente di colonizzazione del Latifondo Siciliano esiste ancora ed ha sede in Palermo, Via Catania, n.2.
Per i borghi rurali costruiti nel latifondo siciliano vi sono state proposte per il cambiamento della loro denominazione, comunque, amministrativamente, essi vengono ancora indicati con la vecchia denominazione

Ortensi, dunque, ritenne opportuno eliminare la lettera Z, indicando la sola C.da Fastaiella, e riportare il nuovo progetto in cui la strada di accesso era perpendicolare alla SS113. Nel disegno assonometrico, inoltre, si nota come, rispetto all’impianto urbanistico realizzato a Ummari, la trattoria, la chiesa e la sede nel PNF sono speculari, spostando l’ufficio postale dall’altra parte della strada d’accesso. Quello che risulta evidente è anche la mancanza della casa sanitaria che non fu mai realizzata.
Il 9 luglio 1941, l’Impresa Ernestò Nicolo vinse l’appalto per la realizzazione dei lavori di competenza privata per una quota di 258.196,67Lire e il seguente 11 dicembre fu stipulato il contratto tra l’Ente di Colonizzazione e l’Impresa stessa. L’Art. 7 stabiliva un tempo massimo di otto mesi per la consegna dei lavori, pena un addebito di 200Lire al giorno per ogni eventuale ritardo. Per le opere di competenza statale, invece, furono stanziati 1.097.000Lire.
Nell’ideare il suo borgo, l’Ing. Sanzone si pose l’obbiettivo di creare un raggruppamento di edifici che si affacciassero su un’unica strada a baionetta, evitando, così, di disperdere «le poche costruzioni si di una rete stradale esuberante o di scostarle ancora di più con la creazione di una grande piazza». Si tentò di conferire al Borgo un senso di raccoglimento caro al contadino siciliano attraverso il materiale collegamento di alcuni edifici tra loro e il sapiente gioco prospettico. A Borgo Bassi si accede ancora oggi varcando un grande arco che rivela le forme semplici della chiesa e della torre campanaria. Sulla piazza, invece, si affacciava la Casa del PNF e dal lato opposto una rotonda «con dei sedili disposti intorno alla fontanella» rivolti alle campagne circostanti. Sanzone aveva anche previsto un «eventuale ampliamento del Borgo» in cui le botteghe artigiane, «studiate a serie si possono sviluppare verso l’arco; una strada si può aprire fra la Scuola e il Dispensario medico mentre altre case possono sorgere sul tratto di strada che sta di fronte ai portici della Posta».
Parallelamente alla costruzione di Borgo Bassi, erano previsti due sottoborghi dotati di Scuola, Chiesa ed un piccolo abbeveratoio. È interessante notare come il progetto dell’edificio religioso per il Sottoborgo “B” riprendesse chiaramente l’aspetto stilistico dello stesso edificio del Borgo principale. L’unica differenza stava solo nella disposizione del campanile, rivolto a circa 30° rispetto all’asse della facciata principale.
A pochi giorni dal celebre annuncio di Mussolini da Piazza Venezia che decretava l’entrata in guerra dell’Italia, con il Regio Decreto Legge 19 giugno 1940, n. 953, pubblicato in G.U. n.177 del 30-7-1940 e convertito con modificazioni dalla Legge 28 novembre 1940, n. 1727 (in G.U. 31/12/1940, n. 305), fu imposto un severo blocco dell’attività edilizia per sterzare gli sforzi industriali e civili verso l’attività bellica. Gli intrecci della storia arrivarono così a toccare anche le vicende di Borgo Bassi: l’8 maggio 1943, in seguito alla sospensione dei lavori, l’Ente accordò la rescissione del contratto all’Impresa Ernesto Nicolò.
Nonostante l’approvazione del progetto del 27 agosto 1940 per una spesa di 296.000Lire, il 18 ottobre 1945 il Presidente dell’ECLS Mario Ovazza richiese il concorso dello Stato nella «spesa occorrente per la costruzione dell’edificio trattoria e rivendita», in base al progetto del 16 Ottobre a firma dell’Ing. Ugo Perricone Engel per la cifra di 455.000Lire comprensiva della quota per spese generali ed oneri vari del 6%. L’ispettorato agrario con nota n.1506 del 3 aprile 1946 concesse il sussidio del 38% pari a 172.900Lire.

In seguito alla conclusione di svariati lavori di competenza statale e privata compresi tra il 1945 e il 1946, fu nominato a collaudare le opere l’Ing. Capo del Genio Civile Calogero Pettineo con nota Ass. A.F. n.7820 del 18 agosto 1947. Nonostante il sopralluogo effettuato tra il 21 ed il 24 ottobre 1948, come testimonia la nota n.6770 del 7 maggio 1951 a firma del Commissario Straordinario dell’ERAS Dr. Rosario Corona, fino al 18 maggio 1957 non risultava che alcuna relazione fosse stata redatta, nonostante «i ripetuti solleciti dell’Ente e dell’Assessorato Agricoltura e Foreste». È noto che i lavori siano stati «lodevolmente e completamente» eseguiti grazie ad una certificazione firmata da Perricone Engel del 21 gennaio 1950. Nella stessa nota, il collaudatore Pettineo «ebbe a prescrivere all’Impresa l’esecuzione di alcuni lavori di riparazione dell’abside della Chiesa».
Da una relazione del 15 dicembre 1952 stilata dalla Direzione dei Servizi di Ingegneria dell’ERAS, i lavori per la realizzazione di Borgo Bassi iniziarono il 15 ottobre 1941 e il 31 maggio 1943 si sarebbe dovuto redigere il certificato di ultimazione del lavori appaltati. Come sappiamo, alcuni edifici non vennero ultimati a  causa dell’occupazione militare del centro da parte delle truppe italiane e tedesche, mentre per altri invece si decise di utilizzare materiali da costruzione non sempre adatti, come «legname scarsamente stagionato» che causò l’instabilità dei solai. Conclusa la guerra, diversi locali furono utilizzati da famiglie sfollate provenienti da Trapani come alloggi di fortuna.
L’utilizzo non sempre coerente delle strutture di Borgo Bassi causò ingenti danni. Negli anni ’50, furono realizzate solo alcune opere urgenti a causa della mancanza di fondi a disposizione senza provvedere alle più profonde manutenzioni ordinarie e straordinarie «necessarie a fronteggiare il degrado del tempo». Una delle perizie realizzate prevedeva di eseguire tutti i lavori necessari per riattivare i vari servizi del Borgo «tanto attesi dalla numerosa popolazione di Ummari». La spesa complessiva ammontava a 25.140.000Lire suddivisi in spese generali ed oneri vari, somme a disposizione dell’Amministrazione e circa 20.000.000Lire da destinare ai vari edifici. Al 1956 circa, l’ECLS prima e l’ERAS dopo investirono sul Borgo di Ummari 37.417.659Lire tra opere di competenza statale e privata. Per le sole riparazioni dei danni bellici e il completamento delle strutture si arrivò ad una spesa di 8.000.000Lire.
In piena riforma agraria, l’ERAS realizzò una mappa in cui venivano riportate le aree di influenza dei vari borghi costruiti nel corso del tempo. Al 31 dicembre 1956, all’interno del raggio di influenza di Borgo Bassi sarebbero rientrati i P.R. 1010-716-370-673-28a-636 per una estensione di circa 155Ha e la scuola rurale di Binuara. Il consorzio di bonifica del Birgi, all’interno del quale sorge il centro di Ummari, aveva in programmazione un Borgo di tipo B in c.da Borromia e due di tipo C presso la Stazione di Bruca e in c.da Case Caramazza ma nessuno di questi fu mai realizzato.
Negli ultimi anni la vita del centro è stata segnata da occupazioni, atti vandalici e noncuranza. Per un breve periodo si sono celebrate le messe per la piccola comunità fino all’incredibile assassinio del parroco Don Michele Di Stefano, avvenuto il 26 febbraio 2013 [leggi l’articolo]. A imporre un duro colpo alla rivalutazione di Borgo Bassi, il provvedimento del gennaio 2017, emesso in seguito ad un sopralluogo richiesto dal consigliere comunale Francesco Salone, presidente della Commissione Lavori Pubblici del consiglio comunale di Trapani, secondo cui gli immobili rurali, in pessimo stato, rappresentano un reale pericolo per l’incolumità pubblica ed in particolare per i bambini che svolgono il catechismo presso la chiesa. Al termine del sopralluogo il presidente della Commissione Lavori Pubblici ha verbalizzato: «la precarietà dell’arco di ingresso al Borgo con evidente pericolo per la pubblica incolumità»; «la presenza di una lesione orizzontale lungo tutto il perimetro» della chiesa e soprattutto «nella parte portante dove carica il tetto». Inoltre, appare evidente «la presenza d’infiltrazioni d’acqua sul soffitto, al centro della sommità della navata». La sommità della struttura campanaria è inaccessibile da diversi anni e dal prospetto del torrino si sono già staccati diversi mattoni, sintomo di un possibile prossimo crollo [continua a leggere].
Grazie allo IACP e al Comune di Trapani e grazie ai finanziamenti del POR FESR 2014-2020, sembra che ci siano delle possibilità per affidare alcuni locali di Borgo Bassi a quelle categorie considerate fragili per ragioni sociali ed economiche. Lo IACP, così, dopo aver ricevuto il progetto relativo al recupero di alcuni alloggi al fine di renderli abitabili, ha predisposto una perizia d’urgenza per la manutenzione straordinaria per l’importo complessivo di 1.607.440,70€. Tutto ciò è contenuto nella Determina del 10 agosto 2017 che segue la n.170 del 7 marzo 2018 in cui si discute la necessità di provvedere ad “individuare il R.U.P. relativo alla realizzazione del progetto citato”.
L’Istituto Autonomo Case Popolari (IACP) ha avviato una procedura negoziata ex art.63 del D.LGS. 50/2016 per la riqualificazione di Borgo Bassi e la realizzazione di dieci alloggi per un importo complessivo dell’appalto di 1.206.377,38euro per lavori soggetti a ribasso e 75.987,30euro per costi della sicurezza non soggetti a ribasso d’asta. Con tale intervento si potranno creare quattro abitazioni nell’ex edificio trattoria-locanda e sei in quelle dell’ex botteghe artigiane. La casa comunale, invece, dovrebbe diventare il nuovo edificio servizi che si integra con altri progetti da adibire a servizi sociali per anziani e persone diversamente abili. L’intento dello IACP di Trapani è quello di recuperare e valorizzare i contesti suburbani marginalizzati, facendo diventare il caso di Borgo Livio Bassi un esempio da seguire e replicare in altri borghi e centri della Sicilia. Da qualche tempo è anche disponibile un sitoweb in cui apprezzare i lavori grazie a planimetrie, rendering 3D e una dettagliata descrizione delle nuove opere.

Da un punto di vista del suono Borgo Livio Bassi presenta tre differenti panorami caratterizzati dalle loro sorgenti. Il primo, quello Nord, è legato alla presenza di cavi della luce che producono un forte ronzio, perfettamente udibile sino alla piazza centrale, di sfondo, inoltre, sono presenti i suoni dell’autostrada che influenzano l’immagine acustica. A Est, diminuisce la presenza del ronzio e si avverte molto più netta l’immagine del micro-paesaggio che si crea tra i rami, una piccola piazzetta tra due palazzine e alcune costruzioni di latta ad uso luogo di lavoro. A ovest, accanto la piazza (fino ad avvicinarsi alla strada principale) è possibile gustare un’immagine interessantissima, sotto gli alberi del giardino. Infatti se da un lato la presenza di figura delle fronde caratteristica l’immagine acustica, dall’altro lato lo sfondo del paesaggio (Borgo Bassi anche acusticamente è inserito perfettamente nella realtà di Ummari) si fa sentire con il suo intervento di pochi mezzi di passaggio e allo stesso tempo distanti dalla realtà sonora dell’autostrada. Il lavoro sul suono è stato realizzato sia per enunciare queste caratteristiche ecologiche, sia per sottolineare le peculiarità acustiche dei materiali interni alle case. Infatti, ogni casa è un clima a sè, i pavimenti hanno sempre pedane di legno e resti di calcestruzzo e un loro particolare tipo di riverbero. Attraverso la microfonazione ravvicinata, inoltre, è stato possibile iniziare un tipo di lavoro (che prevede un seguito) sulla materialità del borgo attraverso la materia di costruzione che lo compone e il modo in cui è possibile farlo risuonare.