BORGO BINUARA

TIPO DI BORGO — Scuola Rurale

progettista — Michelangelo Girandoli

data di progetto — 1961

località — c.da binuara

stato di conservazione — discreto

Borgo Binuara sorge in una zona collinare tipica delle campagne trapanesi a servizio del P.R. 76p-260 con un’estensione di 214ha. Costituito da una singola struttura a due elevazioni di circa 365mq, riprendendo il “progetto – tipo” delle scuole rurali ERAS a cavallo tra gli anni Cinquanta e Sessanta.  
La prima idea di un centro di servizio in Contrada Binuara risale al 15 giugno 1954, quando il Consorzio del Birgi presenta una relazione per la realizzazione di due gruppi di case: 24 in contrada Binuara e 15 in contrada Bosco Scorace. Ai due gruppi di case, già assegnate a 39 contadini, si sarebbe provveduto alla realizzazione delle stradelle interpoderali in applicazione della Legge n.104/1950 e alla costruzione di due borghi di tipo “C”. Quello in Contrada Bosco Scorace, ricadente nel PR41, si sarebbe trovato lungo la strada Calatafimi — Buseto Palizzolo mentre l’altro in Contrada Binuara, per esigenze tecniche e di stabilità, era stato previsto al di fuori delle zone di scorporo. Il progetto prevedeva anche la costruzione di un piccolo acquedotto per «l’approvvigionamento idrico della zona di “Bosco Scorace”, utilizzando piccole sorgenti che ricadono nei terreni stessi». Per i terreni ricadenti nell’area di Binuara, si sarebbe sfruttato l’acquedotto in costruzione di Monte Murfi che «dovrà alimentare anche il Borgo Livio Bassi».
Le abitazioni, del tipo 9 così come redatte dai Servizi di Ingegneria dell’ERAS, si sarebbero realizzate in un unico gruppo a Bosco Scorace ed una per ogni lotto a Binuara. Ogni casa era costituita da cucina e soggiorno «comprendente anche il forno per il pane», due camere da letto, un WC, stalla ed un’ampia tettoia per una superficie totale di 86mq, per una spesa complessiva di 68.250.000Lire (1.750.000Lire a singolo edificio).
La costruzione della stradella interpoderale di 1,7km da realizzare a Binuara avrebbe avuto un costo di 6.885.000Lire e 4.082.325 sarebbe stata la spesa per la fornitura e posa in opera di 39 pozzi di chiarificazione. Il progetto dell’Ing. Giordano avrebbe avuto, quindi, un costo totale di 83.000.000Lire escluse le spese per i due centri rurali che non rientravano nelle opere imminenti. 
È del 24 novembre 1959, lo studio per un Borgo Ridotto di Tipo “C” in località Binuara, affidato all’Ing. Michelangelo Girandoli a cui fu commissionato anche il vicino Borgo Badia. L’impresa incaricata dei lavori di costruzione per l’edificio di Binuara fu la Marchese Quagliata che si occupò anche della Scuola Agraria Professionale di Castellammare del Golfo sotto la direzione del Prof. Barraco, già citato per i lavori di Borgo Runza. Il centro rurale in località Bosco Scorace invece non verrà mai realizzato e l’unica traccia della riforma agraria in questa area è un bevaio in pietra ancora esistente.
Il completamento e la consegna provvisoria dei locali all’Ente vengono riportati nella nota n.6266 del 28 aprile 1961 a cui vengono allegate le planimetrie e la descrizione dell’edificio che comprende:

il piano terreno, con n.3 aule, un refettorio, due gruppi di servizi igienici, nonchè la cucina con office.
il I° piano, con tre alloggi per gli insegnanti, ciascuno dei quali composto da due camere ed accessori.

Conclusi i lavori di realizzazione della struttura, si passò al collaudo che fu più lungo del previsto. Il 27 gennaio 1962 con nota n.1226, gli uffici del Servizio Ingegneria di R.A. indicavano la nomina del collaudatore del Borgo e la data di verifica dei locali che sarebbe avvenuta «nella prima decade del mese di Febbraio».
Che la situazione di Borgo Binuara fosse destinata all’abbandono era già evidente alle stesse istituzioni pubbliche già prima dell’effettivo collaudo di agibilità. Benchè l’Ente di Riforma si ostinasse a sostenere che la contrada «è abitata da diverse famiglie rurali», l’allora Provveditore agli Studi di Trapani il Dott. Purpi, in una lettera del 10 febbraio 1962 in risposta alla nota n.9290 del 2 febbraio stilata dall’ERAS, denunciava che «da una visita effettuata alla località Binuara non risulta che nella zona abitino famiglie che possano convogliare i propri filgi in una istituenda scuola […]». Era chiaro, inoltre, che anche le case coloniche «costruite da Codesto Ente a Binuara risultano ancora disabitate».
Nella nota n.9410 del 28 marzo 1962, veniva richiesto all’impresa di costruzione «l’impegno di continuare a fare custodire l’edificio scolastico da personale proprio sino al rilascio del certificato di collaudo». Era stata già pianificata in data 22 marzo la visita di collaudo così come sottolineava la nota n.9388 firmata dal capo ufficio ERAS, l’Ing. Luigi Panico. Il 30 marzo 1962, così, sotto la responsabilità dell’Ing. Antonio Conti venne effettuatto il collaudo del Borgo Binuara, nonostante non fosse stato ancora designato il custode dei locali poichè l’Ass. Agricoltura e Foreste non aveva restituito la delibera relativa alla custodia del Borgo stesso.
La consegna delle chiavi dall’Ente al guardiano, dunque, venne più volta rinvita. Inizialmente, con nota n.3196 del 23 giugno 1962, si propose il 27 giugno mentre solo il 6 luglio, alla presenza del Dott. Carlo Barbera dell’Ufficio Provinciale ERAS di Trapani, Borgo Binuara fu ufficilamente consegnato al custode, il Sig. Antonino Novara trasferito da Borgo Piano Cavaliere di Contessa Entellina [LINK] a cui era stato affidato già l’incarico per “l’esercizio 1961-62”.
Solo pochi mesi dopo il collaudo del Borgo, iniziarono i primi problemi strutturali causati dalle infiltrazioni di acque piovane. Il 22 ottobre 1962 la nota n.31476 bollata come «urgentissima» denunciava «gravi danni alle pareti del nuovissimo edificio» della scuola. Si chiedeva, inoltre, una «dettagliata relazione, comprensiva del preventivo di spesa occorrente per eliminare l’inconveniente lamentato».
Come spesso accadeva, uno dei problemi più comuni dei borghi costruiti nel corso degli anni riguardava l’approvigionamento idrico. L’esempio forse più emblematico è quello di Borgo Capparini nei pressi di Roccamena che Leonardo Sciascia citò nel documentario “La grande sete”, girato nel 1968 da Massimo Mida con la sceneggiatura di Marcello Cimino, come esempio di “incuria del governo nazionale e regionale” causato da una «classe di potere impreparata e imprevidente». Abbiamo deciso di riportare l’articolo dell’autore di Recalmuto “La grande sete siciliana – l’acqua sacrificata al mito industriale” che oggi più che mai suona come una beffa per l’economia dell’isola [LEGGI].
Come per Capparini, anche Borgo Binuara ha sofferto, nel corso della sua storia, il problema idrico. Vari documenti e lettere informative riportano l’argomento tra il Comune di Trapani e l’ERAS. Quest’ultimo – nel frattempo diventato ESA – richiese diverse volte negli anni tra il 1964 e il 1967 l’allacciamento alla rete di distribuzione dell’acqua ma la risposta fu sempre negativa da parte degli uffici comunali.
Lo stesso custode di Binuara, avvilito dalla situazione, indicava alle sezioni provinciali dell’Ente «l’esistenza di una conduttura d’acqua nelle vicinanze del borgo stesso» [nota n. 37577 del 30 luglio 1966] che avrebbe risolto «le faccenti domestiche del qustodi epper lapulizzia igienica dell’Villaggio», così il Sig. Antonino Novara nella lettera scritta di suo pugno il 21 giugno 1966. La risposta dell’Ufficio Acquedotti di Trapani arrivò il 12 dicembre 1966 con nota n.2542 affermando che «data l’attuale situazione idrica cittadina, non ci è possibile aderire a quanto richiesto da codesto Ente (l’ESA, ndr)». Tale richiesta sarà presa in considerazione non appena risolto il problema dell’approvigionamento idrico – potabile della città di Trapani”. La risposta apparve, però, non soddisfacente ai responsabili dell’Ente che il 30 gennaio 1967 con nota n.6360 vollero verificare «la reale situazione idrica della zona, al fine di potere, eventualmente, interessare la Prefettura di Trapani».
Tutti gli sforzi per risolvere l’incredibile situazione idrica, però, furono vani e Borgo Binuara rimase senza acqua corrente. L’Ente di Sviluppo Agrario si vide costretto a rimborsare le spese per l’acquisto dei bidoni in plastica [la cui spesa ammontava a 10.000Lire, vedi nota n. 1603, 5 novembre 1965], per il trasporto dell’acqua necessaria alla pulizia e al mantenimento dei locali e al fabbisogno del custode stesso. Non sempre, però, l’ERAS pagava il trasporto e il Sig. Novara era costretto «ad abbandonare il villaggio per mancanza d’acqua». Si legge ancora nella lettera del 24 ottobre 1964 scritta dallo stesso Novara che “l’acqua si trova a circa 15 chilometri distante” e veniva consegnata grazie al servizio di trasporto del Sig. Salvatore Oddo che, più volte, non essendo pagato, interruppe la consegna. Proprio quest’ultimo, in occasione di vari ed alternati periodi di congedo di Novara, sarà incaricato negli anni custode di Binuara. Solo nel luglio del 1969, dal 10 al 29 di quell’anno, Novara suggerì per il servizio di guardiania il Sig. Francesco Russo che aveva lo stesso incarico a Borgo Bassi.
L’ERAS, allora commissariato, stilò un documento il cui oggetto recitava «Rimborso spese per consumo energia elettrica abitazione custode del borgo e approviggionamento idrico» in cui si prevedeva un rimborso al Novara di 75.000Lire per le «spese sostenute per il trasporto d’acqua necessaria ai suoi bisogni e alla pulizia degli edifici del borgo». Il bilancio di previsione per il funzionamento dei servizi di assistenza pubblica nei borghi rurali per l’esercizio 1963-64 ammontava a 40.000.000Lire sul CAP30bis che erano già stati impegnati dall’Ufficio di Ragioneria. Tale previsione di spesa non permise, quindi, ulteriori pagamenti a meno che la Sezione Amministrative dell’Ente «non voglia disporre differentemente a mezzo di opportune variazioni di bilancio per impinguare il fondo». Nulla fu ovviamente accordato.
L’8 febbraio 1965 si raggiunse il momento forse più grottesco della questione. Una missiva, recapitata all’ESA scritta dal custode Novara, denunciava che l’Ufficio Provinciale da circa 19 mesi non «ci ha più pagato il compenso idrico» con la conseguente perdita del servizio di trasporto dell’acqua che, come sottolineato nelle ultime righe della lettera, «è la cosa più cara».
Un altro paradosso nella storia di Borgo Binuara riguarda la figura del custode, il Sig. Antonino Novara. Di certo ebbe una profonda dedizione al lavoro che non venne, però, ricambiata dai dirigenti dell’Ente. Già dal 1965, infatti, il custode sollecitava il pagamento del proprio stipendio che non veniva corrisposto da  mesi, creando non pochi problemi per «sfamare la propria famiglia».
In un’accorata e allo stesso tempo fiduciosa lettera del 4 agosto 1968, il Novara scriveva al Presidente dell’Ente:

non posso comprare il pane ai propri figli. Infatti da 6 mesi nonabbiamo più stipentio, midica lei come possiamo contentare i propri figli. Ora cirivolgiamo all'S.V. Ill.mo se attitolo di favore ci potrebbi fare sollecitare cuesto mandato che da 6 mesi none mai arrivato

Non si trova, però, alcuna risposta tra i documenti d’archivio.
Nelle previsioni dell’Ente costruttore, Borgo Binuara avrebbe dovuto ospitare una Chiesa per una spesa preventivata di 63.253Lire. A confermare questa ipotesi sono due elementi: da un lato la lista presente nel testo edito dall’IRES “Dati statistici sull’attivita svolta dal 1948 al 1960” in cui viene indicata la costruzione di una chiesa e la presenza di due camere – verosimilmente quelle dedicate agli insegnanti della scuola – dall’altro i borghi in cui veniva progettata solo la struttura scolastica, come per Randello o Galermi, vengono riportati spesso come “Scuola Rurale”. In questi ultimi casi non erano previste, però, case coloniche presenti, invece, nel piano di ripartizione del Borgo Trapanese.
Binuara sarebbe rientrato nel raggio di influenza di Borgo Bassi di cui avrebbe sfruttato i servizi offerti da un Borgo grande: la Collettoria Postale, la Delegazione Municipale e la Caserma dei Carabinieri. Nonostante i due agglomerati rurali siano distanti in linea d’aria solo 2km non è facile collegarli a causa della tracciato della linea ferroviaria Palermo – Trapani “Via Milo” – chiusa per una frana dal 2013 – e per la mancanza di strade dirette e ancora oggi difficilmente percorribili. Criticità da amplificare in una Sicilia agricola di metà Novecento in cui le vie di comunicazione erano spesso malridotte e i mezzi di trasporto lenti e poco affidabili.
Per accedere alla scuola rurale di Binuara, l’ERAS costruì una strada lunga circa 830metri che si dirama dall’attuale SP72 e che taglia la Contrada Fastaiella, originaria ubicazione del già citato Borgo Bassi. La strada, però, fu colpita sin da subito da evidenti problemi, come si legge nella nota dell’11 novembre 1968 in cui il custode chiede all’Ente «un paio di stivaloni ed una zappa […], considerato che la strada di accesso al Borgo è in pessime condizioni». E ad oggi la situazione è inevitabilmente peggiorata: è possibile individuare alcuni muretti a secco che lentamente cedono sotto il peso del terreno e il ponte in pietra sembra minato dall’azione del tempo.
Nella zona si possono scorgere alcune case coloniche che avrebbero dovuto ospitare i contadini ma che, come abbiamo visto, non furono mai abitate. Lo stile di queste costruzioni, differente da quelle degli altri borghi coevi della zona, è più affine a quelle presenti negli agglomerati rurali di Braemi e di Mandra Tonda nella zona di Pietraperzia [EN] o a quelli della prima fase di Borgo Vicaretto.
Nonostante Borgo Binuara avesse, come tutti i borghi siciliani, un servizio di guardiania, non fu risparmiato da atti vandalici. Il 20 maggio 1976, il Sig. Novara sporse denuncia contro ignoti alla Caserma dei Carabinieri della Stazione di Fulgatore «per il danneggiamento subito, mediante “sassate”, dell’edificio scolastico […]. Tale danneggiamento consiste nella rottura di n.49 vetri degli infissi e n.8 avvolgibili di altrettante finistre».
La sorte di Borgo Binuara è legata alle disposizioni della Legge n.890/1942 che prevede la consegna al Comune di pertinenza territoriale, in questo caso Trapani. Così, il primo febbraio 1978 per Binuara avviene il passaggio di proprietà alla presenza del Geometra Asta in rappresentanza dell’Ufficio Provinciale ESA e del Geometra Scuderi per il Comune di Trapani. Da quella data, come spesso accade, non è stato effettuato alcun intervento di riconversione o di manutenzione ed oggi il Comune di Trapani ha stilato un documento per il quale Borgo Binuara – insieme a Borgo Fazio e Borgo Bassi – è stato incluso tra i beni da alienare secondo l’ART. 58 DL. 112/2008 CONV. L. 133/2008.